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Leonardo Bucciarelli affronta in sette racconti il tema dell'inconsistenza, della mancanza di senso nella vita odierna, sottile dramma che si insinua in ogni umano accadimento e apre incolmabili abissi anche laddove credevamo dimorasse la serenità. Con estrema lucidità e una prosa dal ritmo suadente, l'autore tratteggia sfuggenti personaggi perennemente in bilico tra sogno e veglia, come fantasmi in eterna attesa nel limbo del non essere, dove tristezza e felicità sono ombre inconsistenti, chimere irraggiungibili. La fragilità del vivere si rivela implacabile e anche l'amore è incosciente salto nel vuoto, è un credo a metà, che inevitabilmente smentisce le note squillanti dell'inno iniziale e termina nelle melodie cupe dell'elegia, quando i silenzi si allungano e quell'impalpabile solitudine impedisce l'incontro pieno con l'altro. Divampa allora la ribellione contro un simile vivere, l'odio per ciò che si è amato con tanta ostinazione senza ricevere in cambio altro che un'impenetrabile e reciproca estraneità. Ed ecco che anche il suicidio riuscito, cercato, soltanto sognato oppure temuto - diviene strumento inadatto, incapace di chiudere un significato e per questo accidentale: persino su di esso l'uomo ha perso ogni controllo. Non resta che comprendere, accettare e abbandonarsi totalmente alla vita. E ricominciare.